beh, visto tutti questi racconti, e presentazioni di pianoforti, non posso tirarmi indietro, anche se un pò in ritardo rispetto a i vostri ultimi scritti... cmq, non posso inserire foto, visto che per lavoro non sono a casa (la cosa più difficile, se me lo permettete, è non poter suonare quando voglio, e credo possiate capire!!)
allora, tanti tanti anni fa, avevo 4 anni, ho iniziato a "strimpellare" il pianoforte che era nella sala da pranzo, "trovavo" le canzoni che sentivo tra i tasti, la barilla, fra martino, e altri semplici motivetti. I miei però, non hanno pensato al tempo di spingermi verso la strada musicale. quando ci siamo trasferiti, mio papà ha chiamato un accordatore, per organizzare il trasporto, il tizio però, spara una terribile sentenza: la meccanica è in legno quindi non sarà possibile fare un'accordatura che tenga
da qui la decisione di mio padre di vendere il pianoforte per un organo. un "aggeggio" con 2 tastiere, una sopra e una sotto, che raggiungevano a malapena 4 ottave l'una. aveva un registro "piano" ma i tasti non erano pesati, e comunque, ne mancavano parecchi!!
arrivati nella casa nuova, i miei cercano una scuola di pianoforte, e la trovano, sono iscritta!!! inizio a scoprire i posti delle note, come usare le mie piccole manine, anche se l'insegnante, un pò anziana, non è molto all'altezza del mio entusiasmo, e del suo ruolo forse (una cantante che insegnava musica perchè rendeva di più...) così, dopo un anno e mezzo, mi passa alla "classe dei grandi" dalla mia adorata insegnate (ancora oggi) Roberta!!!
ho passato nove lunghissimi anni pregando mio padre di comprarmi un pianoforte vero. ho suonato pezzi che stavano solo per metà nella tastiera, "inventando" i passaggi e le posizioni sul legno.
ho preparato il gran valzer brillante n1 op18 (praticamente vivendo a casa di Roby per gli ultimi 10 giorni) col quale ho chiuso il saggio di fine anno, nella mia commozione più grande.
l'anno dopo mi iscrivevo all'università, ero stanca di pregare mio padre, e stanca di non ottenere nulla, sapendo che più di dove ero arrivata (e Roby stentava a credere come ci fossi riuscita) non sarei potuta andare, quindi lasciai la scuola in qualità di allieva, facendo la presentatrice nei successivi 4 anni.
in quegli anni ho trovato lavoro e ho lasciato l'università, e mi sono resa conto che avevo tempo per studiare e soprattutto una piccola indipendenza economica, sono andata da Cherubini, e ho comprato un piano digitale, di quelli senza mobile, un Korg sp300!!!
all'improvviso sono arrivata a casa col mio pianoforte, e senza dire nulla a mio padre, sono salita in camera mia e l'ho montato.
e ho ricominciato a suonare!!!!!!
sono tornata da Roby, e adesso, scelgo un paio di pezzi all'anno, e facendo i salti mortali col lavoro, riesco a finirne almeno uno per il saggio. ho in "cantiere" anche la Ballata n°1 di Chopin, anche se so che ci metterò molto più di un anno!!
Il mio digitale ha i suoi difettucci, i tasti sono pesati, ma non possono paragonarsi a quelli di un vero piano, ho solo un pedale, tra l'atro ballerino, nel senso che sta lì per terra, mobile, e poi, il treppiede è molto istabile, quindi se ho pezzi molto "forte-fortissimo", balla tutto! ma... meglio del nulla che avevo prima!!! e poi, il suono è davvero molto bello!! avrei fatto meglio a scegliere la versione col mobile, ma nella mia ingenuità ero convinta che così fossi più indipendente (costava anche 100€ in meno col mobile!!
)
il mio sogno è un mezza coda, anche un quartino andrebbe benissimo!
sarà il primo "pezzo d'arredamento" che entrerà nella prima casa che sarà MIA.
probabilmente sono andata un pò lunga!! Mi spiace, ma non potevo usare meno parole di così!!!
Elisa, la tua storia mi ha commossa
ti è capitato proprio quello che ho sempre sognato per me! sei davvero fortunata!! tieniti stretto il tuo piano, è bello il modo con cui ne parli!!!
baci a tutti!! e complimenti per i vostri "compagni nella musica"
clelia
