Ho trovato Giovanni abbastanza in forma, leggermente abbronzato, anche se ha lamentato l’effetto del jet lag è stato brillante come al solito, aiutato da domande insolitamente interessanti. Non ha suonato niente perché il piano era scordato, e gli impiegati della libreria avevano fretta di finire, ormai conoscono le tempistiche dei bagni di folla di Giovanni
1)cosa ci puoi raccontare del concerto a Verona? Vi posso dire che gli strumentisti erano diversi da quelli con cui ho lavorato in passato, che gestiscono autonomamente le pause durante le prove, invece questi non volevano mai farle, nemmeno quando gliele proponevo io…Sono rimasto stupito anche dalla facilità con cui hanno stretto subito amicizia. Li ho visti in preda all’ansia solo la prima volta in cui sono entrati nell’arena (“ maestro, ma è sicuro di poter riempire questo posto di spettatori?” “ Oddio, non lo so, speriamo…”). Li ringrazio anche perché capisco che non è facile suonare di fronte al compositore dei brani, infatti uno di loro mi ha detto “certo che pizza questo compositore che è ancora vivo, che aspetta a morire”. La scelta del di Mozart è stata dettata dalla volontà di aprire il concerto con un brano allegro, che esprimesse la gioia che quella serata mi procurava e che speravo procurasse a tutti i presenti.
2)vorrei sapere qualcosa sul tuo processo compositivo, se parti dalla melodia o dall’armonia,dalla mano destra o dalla sinistra.Io compongo lontano dal pianoforte, sia perché la musica viene a trovarmi in testa sia perché mi sono accorto che componendo allo strumento si tende a ripetersi perché le mani sono preda degli automatismi già acquisiti, cosa che mi succedeva in gioventù, quando i miei brani erano tutti uguali. Per quanto riguarda le due mani voglio dire che per me hanno entrambe la stessa importanza, così come era ad esempio per Chopin, in cui ha un ruolo importantissimo il pollice della mano sinistra.
3)quali sono i tuoi artisti pop italiani preferiti e con chi ti piacerebbe collaborare?Mi piacciono Baglioni e Dalla, che so essere un mio estimatore. Per il momento non ho in programma di collaborare con nessuno, credo che le collaborazioni abbassino il livello di un’artista, che spingano ad adattarsi all’altro e a perdere parte del proprio stile. È la sensazione che ho avuto con due dei miei musicisti preferiti, Chick Corea e Sting, che quando hanno duettato con altri hanno diminuito la qualità del loro lavoro.
4)credi che in futuro tu possa dirigere un’opera lirica?Mai dire mai, ma preferisco eseguire le mie composizioni.
5)come rispondi alle critiche di Ughi?In America sono stato benissimo anche perché nessuno mi ha chiesto qualcosa su questa polemica…Quello è stato un attacco durissimo, con offese personali che mi hanno fatto molto male, non ho dormito per un mese, sognavo in continuazione quello che avrei dovuto rispondere come difesa. Dopo il suo articolo ne sono seguiti altri contro di me,da Cecilia Chailly a Stefano Bollani che ha detto di volermi vedere dentro una bara. Mi sono rincuorato pensando che l’accusa di essere troppo commerciale e troppo semplice è stata rivolta anche a Puccini, Mozart, Bernstein e tanti altri grandi del passato. Voglio dire che sono fiero della reazione degli alleviani, che è stata molto composta, non si è mai abbassata a quel livello di cattiveria. La cosa più dura che ho letto è stata la mail di una bambina di sette anni che mi ha scritto che si augurava che la befana portasse a Ughi del carbone.
6)in Italia come compositori di musica classica contemporanea abbiamo te e Einaudi, perché non fate un concerto insieme?Io e Einaudi siamo molto diversi così come è diverso il nostro pubblico, infatti a chi piace l’uno non piace l’altro, noi siamo più vivaci. E comunque ripeto, non amo le collaborazioni.