| visto che ci sono scrivo anch'io la mia....
per me comporre è venuto istintivo da subito, cioè da poco dopo aver cominciato a studiare pianoforte, cioè dai 12-13 anni. E ho sempre scritto tutto, perchè ho una pessima memoria e potrei dimenticarmi il pomeriggio un'idea avuta al mattino.... infatti moltissime cose sono andate perse, ma non importa. Certo i primi brani lasciano alquanto a desiderare e non li ho mai utilizzati se non per me stesso all'epoca in cui li ho "composti", mi davano sicuramente tanta soddisfazione ed energia.
Ultimamente lo scrivere musica è una esigenza fortissima, senza la quale non potrei mai stare, è qualcosa che mi riempie la vita... e ancora adesso scrivo tutto.
Una cosa fondamentale per me è sempre stato improvvisare, da li nascono tantissime idee e si trova tantissima ispirazione. Per improvvisare intento l'improvvisazione completamente libera, alla Jarret per intenderci, ovviamente in tutti gli stili che uno vuole. E' una cosa che richiede tantissimo tempo e pazienza, a volte sembra di girare a vuoto ma non fa niente bisogna insistere e andare avanti. E poi ogni tanto registrarsi e riascoltarsi, serve non solo a focalizzare le idee migliori, ma anche a fare autocritica e imparare da se stessi, dentro ognuno di noi c'è tantissimo e bisogna tirarlo fuori e confrontarcisi.
Proprio con questo metodo sono nati molti miei pezzi, tipo "valzer" che è stato completamente improvvisato, registrato e messo un pochino a posto, oppure "Someone in Heaven" che è nato una sera mentre pensavo a mio padre con nostalgia (purtroppo è morto 6 anni fa, ed era il mio primo sostenitore musicale, devo a lui il mio amore per la musica), oppure l'ultimissimo brano "Secret world" che finirà come brano di chiusura del mio prossimo CD, che ho improvvisato pensando al mio futuro bambino/a che è ancora nella pancia di mia moglie di fatto ma che sono convinto possa già sentirlo....
altri brani sono stati creati in più riprese ruotando intorno ad una idea improvvisata ma elaborata nel tempo, fino a trovare la sua forma definitiva, altri ricalcano più uno stile jazzistico, per cui dopo l'esposizione del pezzo improvviso sulla progressione di accordi del brano, ma queste improvvisazioni vengono filtrate e fissate, fino a diventare parte integrante del pezzo stesso; ovviamente cambiamenti in fase di esecuzione sono sempre possibili, anzi direi necessari per dare vita ai brani....
non mancano anche i pezzi costruiti "a tavolino" per così dire, che non vuol dire che non vengano affatto suonati, ma che sono costruiti nota dopo nota con la ragione più che con il sentimento, utilizzando però sempre il cuore!
Schumman diceva sempre che per lui "la prima stesura di un brano è sempre la migliore, perchè dettata dal sentimento", Beethoven invece asseriva che "la versione migliore di una composizione è quella finale, dopo un lavoro di perfezionamento che la porta ad essere veramente finita"... chi dei 2 ha ragione? per me entrambi, dipende dal pezzo che si sta scrivendo.
Tornando a Giovanni e alle sue composizioni pensate prima di suonarle, questo non è comporre a tavolino, è comporre con la mente avendo una padronanza assoluta del mezzo musicale; quello che si diceva sulla lettura dalla carta di una partitura sconosciuta calza a pennello!!!
Caspita, ma quanto ho scritto? spero di non avevri annoiato!!!!!
ciao a tutti, Fabio
p.s. io per scrivere i pezzi uso Sibelius e lo consiglio a tutti; ho usato finale, encore, notator, e molti altri, per cui ho fatto molti confronti.
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